Stop a Sotterranei Pop – quando l’arte non viene (ri)pagata

sotterranei pop

«Vado in Radio da Eliseno», era questa la formula. Al massimo si diceva «c’è la trasmissione di Eliseno». Perché era lui che rappresentava tutto, col suo parlare piano e l’accenDo cosentinissimo. Pensavo alla fortuna di tutti i ragazzi di Cosenza che potevano ascoltare i Radio Birdman, i God Machine, i Deus, Deniz Tek e andare oltre i soliti Nirvana-Pearl Jam che pure non veninvano snobbati ma inseriti in un circuito musicale dalla caratura elevatissima, e non solo per la Calabria. Il nome che Eliseno Sposato aveva scelto per il suo progetto è Sotterranei Pop e l’ha tenuto in piedi per 17 anni, tutte le sere. In mezzo alla musica Eli ha crescituo due figli, un cane, ha gestito il lavoro e ha coltivato un rapporto più che invidiabile con Maria José.

Il 25  aprile, quando ci siamo visti in occasione della protesta dei giornalisti de L’Ora della Calabria, che occupavano la redazione contro la decisione di chiuederne i battenti  e fare carne di porco della testata, Eliseno mi confidò: «E’ uno schifo dappertutto. Anche io adesso chiudo Sotterranei Pop. Sono costretto, mi sono stancato, non mi pagano da tanto di quel tempo…». Il programma da lui ideato e portato avanti andava in onda sul Radio Libera Bisignano.
Quella di Eliseno è un passione nata una vita fa. Mi raccontò che aveva 18 anni e come regalo di diploma gli comprarono una radio con mangiacassette. Non ricordo di preciso le caratteristiche dell’apparecchio ma Eliseno non ha dubbi: è nato tutto da lì. Poi ci sono stati i raduni con gli amici di Planet Rock, i concerti, l’amicizia con Mixo e il pianeta della musica indipendente che si faceva strada anche in Calabria. Il contributo di Eliseno è stato fodamentale, ha aperto le orecchie a tanti, giovani e meno giovani, e, dopo averli nutriti di rock ed etichette indipendenti, ha ospitato i musicisti calabresi emergenti nella sua trasmissione.
Passione, dedizione, lavoro.
Non è un gioco, la passione diventa lavoro quando mantiene una promessa, quella di esserci sempre, di aggiornarsi continuamente, di mantere vivo il fuoco dell’arte e condividerlo con gli altri.
E questo impegno deve essere pagato. La passione ha solo il grande  il merito di aggiungere qualità al lavoro.

Ma questa verità non fa comodo agli editori calabresi. Per loro l’equazione si risolve sempre con contributi zero: io ti do uno spazio in cui esprimerti, ti offro questa bella possibilità, tranquillo non mi devi pagare, certamente io non devo pagare te. Invece no. Mantenere viva l’arte non è un gioco ma un lavoro faticosissimo. Perché l’arte va cercata, l’arte bisogna saperla riconoscere. L’arte muta e bisogna starle dietro. E’ una prova di volontà non indifferente che può mantenere in vita solo chi ha passione.
Ma la qualità è un optional che poco vale per gli editori calabresi affamati di pubblicità e di ammanicamenti politici. Il risultato sono giornali scadenti, radio noiose rette da gente presa per sfinimento che non ha più voglia di fare finta di lavorare.
La storia di Sotterranei Pop ne è un esempio.

Da qualche tempo è nato il movimento “Coglione No – la campagna per la tutela dei creativi italiani”, perché chi non ti paga non ti rispetta, ti tratta come se fossi un coglione che gioca a fare l’artista, ti offre visibilità in cambio del tuo tempo,del lavoro e di tutto quello che hai studiato. Un esempio, lo pagheresti il tuo idraulico con la “visibilità”? E perché dovresti farlo con un designer, uno scrittore,un musicista, uno speaker, un creativo freelace? Siamo lavoratori, mica coglioni.
L’insegnamento arriva dal passato, dagli anni ’80 di Andrea Pazienza; lui, fumettista, illustratore, artista, non ne voleva proprio sapere: «Prima pagare, poi disegnare».

Un sorta di legge del contrappasso, però, oggi punisce gli editori feudali. Internet permette il riscatto, permette di sottrarre nutrimento ed energie ai vecchi padroni e le dirotta in rete. Nascono blog, siti internet, radio on line. Chi dice “No” fa da sé, dichiara guerra allo sfruttamento e usa la rete per togliere manovalanza, risorse (e anche pubblicità) all’ormai obsoleta editoria, la relega nell’angolo e si espande su tablet, smartphone e pc. Sotterranei Pop non farà eccezione. Per il momento lo troviamo su http://sotterraneipop.blogspot.it/

One thought on “Stop a Sotterranei Pop – quando l’arte non viene (ri)pagata

Leave a comment